studiokmzero

sabato 13 settembre 2008

Le armi della condivisione


In questo periodo ci stiamo dedicando all'immagine e all'organizzazione del festival di graphic design e screen music Arsenale al Festival della Creatività. Sul contenuto del festival torneremo in un altro post: volevamo qui cogliere solo l'occasione di scrivere due righe sulla modalità, suggerita da Jonathan Calugi di Happylovers con la quale stiamo lavorando al progetto grafico.
Jonathan, illustratore e font-designer dotato di un grande talento oltreché di uno stile tanto accattivante quanto contemporaneo, ci ha suggerito di lavorare ad un progetto collaborativo all'insegna della share philosophy. Il sistema dei segni del progetto grafico, dai due font alle clip art, nasce da un lavoro a più mani e gli elementi saranno distribuiti con una licenza creative commons.


Il primo font, Arsenale Blu, nasce da una giocosa revisitazione dell'idea del font militare a stencil: le forme piene e morbide sono state definite in un ping pong di email di Jonathan con Andrea Mi di Vixual e Francesco Canovaro di Kmzero, che si è poi occupato del laborioso compito di completare e rendere il font perfetto per la pubblicazione sul sito e su Dafont.
Il secondo font, Arsenale Bianco, è invece uno script font a mano realizzato da Jonathan, omaggio a una calligrafia handmade e naif.
Per realizzare manifesti, catologo, banner e sito sono state disegnate delle clip art dai grafici collaboratori e partecipanti al festival che verranno poi raccolti in un file liberamente scaricabile dal sito della manifestazione.

Tutto questo vuole essere per noi non solo un esperimento creativo, ma anche il primo necessario passo nel cercare di comprendere e affrontare un nuovo modello di creatività e di commercio che nasce dal confronto non conflittuale con la cultura della condivisione e persino della pirateria.


A descrivere le modalità di questo confronto è Matt Mason nel suo libro The Pirate’s Dilemma, dedicato proprio ai meccanismi che portano le idee appartenenti al mondo della sottocultura giovanile all'attenzione di un pubblico globale. Il sito dedicato al libro è particolarmente ben fatto, con un blog ricco di notizie che fanno pensare. Ci piace soprattutto il fatto che Mason non si limiti a predicare bene, ma applichi le sue idee alla promozione del suo libro: non solo mette a disposizione con licenza creative commons il marchio creato da Ji Lee, ma rende possibile scaricare gratuitamente il testo completo del libro!

Sembrerebbe un controsenso, visto che un link accanto punta alla pagina di Amazon dove lo si può acquistare in forma cartacea a 16.50 dollari... la spiegazione di Matt, però, merita di essere letta:

"Ci sono milioni di libri su amazon.com, e di media ognuno venderà circa 500 copie all'anno. L'americano medio legge un libro all'anno, e questa media è in diminuizione. Tim O'Reilly direbbe che il problema non è la pirateria: è la mancanza di diffusione. Gli autori dovrebbero considerarsi fortunati ad essere in un mercato nel quale le copie elettroniche non possono (almeno per ora) considerarsi sostituti di quelle fisiche. Trattando la versione elettronica del libro come informazione piuttosto che una proprietà intellettuale, e facendola circolare il pi possibile, autori come Paulo Coelho e Cory Doctorow finiscono per vendere più copie del libro stampato.
Per quanto mi riguarda, le copie pirata del mio libro sono comunque già online, e non hanno intaccato le vendite. Anzi, credo che le aiutino. A dirla tutta, mi fa persino piacere che qualcuno abbia piratato il libro..."

lunedì 28 luglio 2008

Se New York fosse un font...

Di ritorno da New York, dopo 20 giorni di bombardamenti visivi costanti, non ho potuto far altro che concludere che se New York fosse un font, sarebbe senza dubbio un Cooper!

Dalle pubblicità più alla moda alle insegne dei centri estetici, dai "deli" agli avvisi nei negozi, dal merchandising alla grafica della "IGLESIA DE DIOS", il famoso font disegnato nel 1920 da Oswald Bruce Cooper impera indisturbato nella grande mela, quasi fosse una linea-guida che unisce la città più eterogenea, multietnica e imprevedibile che abbia mai visitato. Curioso!

Merito senz'altro della buona leggibilità del font, che Cooper stesso definì "per stampatori perspicaci con clienti miopi".



Debora

altre immagini sul Flikr di StudioKmzero












martedì 24 giugno 2008

Un cono per ego[n]


ego[n] magazine unveiled on Vimeo.

Ego[n] Magazine si è aggiudicata un ADCI award, il riconoscimento ufficiale più ambito dai creativi italiani. Ad Ego[n] è andato l'unico premio assegnato quest'anno nel campo dell'Art Direction Editoriale: un Silver Award.

Ogni anno le giurie dell'ADCI selezionano attentamente e severamente la maggior parte della comunicazione prodotta negli ultimi dodici mesi. L'unico criterio di valutazione è la creatività, e solo le idee migliori, quelle più innovative, vengono premiate con l'oro, l'argento e il bronzo. Proprio il fatto di essere un premio alle idee rende gli ADCI Awards il premio italiano più ambito dai creativi italiani.

Gli Awards sono stati annunciati il 13 giugno 2008, presso la sede di Corbis Italia, durante il Bonobo Party ADCI awards. Una pioggia insistente e inaspettata non è riuscita a intaccare il glamour della serata di premiazione, condotta da Omar Santini e Annalisa Arione, nel bellissimo cortile addobbato a festa di Corbis Italia. Il pubblico di creativi ha potuto poi godere dei lavori premiati in una bella mostra espositiva presso l'attiguo spazio Corbis.


Per studio Kmzero, la soddisfazione di un importante riconoscimento al meticoloso lavoro editoriale, durato oltre due anni, che Andrea Rauch ha definito teso a “ricreare quel senso di ‘ordine caotico e stupefacente’ che è uno degli approdi più maturi della migliore grafica di questi anni”.

SignJam: ego[n] magazine remix


ego[n] SignJam Remix from ego[n] magazine on Vimeo.

Il progetto di un magazine è una delle esperienze più inebrianti nel campo del visual design. Richiede una grande capacità di gestire informazioni sempre diverse nella forma e nel contenuto, con uno studio continuo delle tendenze e degli stili, e il confronto con la redazione e la sfera commerciale. Soprattutto, il progetto di un mag è la costruzione di una personalità: quella che rende la rivista capace di intrattenere un rapporto col lettore, stimolando, provocando o semplicemente divertendo chi sfoglia le pagine.

Abbiamo avuto di affrontare questo tema grazie all'invito rivoltoci dal team di SignJam: grazie alla segnalazione di Andrew Losowsky.
In Losowsky abbiamo scoperto un personaggio colto e alla mano, oltre che un guru riconosciuto nel campo del design di trend mag, co-curatore di Colophon, convention dedicata proprio ai creatori di riviste d'arte e di design. Andrew è anche editor di We Love Magazines e di le cool magazine, webzine sugli eventi di Amsterdam, Barcelona, Istanbul, Lisbon, London, Madrid, Roma e Milano...

Dopo l'introduzione di Andrew è stato il turno degli workshop: contemporaneamente al nostro si sono svolti quelli di This a Magazine e quello di Anja Lutz, geniale redattrice del polimorfo magazine Shift!.

Dal canto nostro, la sfida era quella di ripercorrere, nelle poche ore dello workshop, tutto l'iter progettuale che abbiamo vissuto sulle pagine di ego[n]. L'idea era quella di inventare 12 nuovi volumi da 32 pagine: una difficile sfida di remix e di sperimentazione, partendo proprio dal menabò, dalle modalità progettuali e dalle costrizioni tecniche. Come documentato su flickr, tutto si è svolto nel nome della sperimentazione analogica, grazie all'utilizzo di acetati adesivi e dei leggendari trasferibili letraset!

Alla fine siamo rimasti sorpresi dal fantastico feedback dei partecipanti allo workshop, che ci hanno donato l'emozione di un nuovo inedito volume: re-ego[n].

venerdì 23 maggio 2008

Uno workshop ego[n]ista



Siamo stati invitati a presentare il progetto di ego[n] a Signjam Live 2008, evento dedicato a Guerrilla Advertising e ai Magazines di culto.
Il 24 ed il 25 maggio 2008, Signjam entrerà nel mondo del Guerrilla Advertising e dei Magazines di culto legati alle culture urbane, attraverso la voce autorevole di personaggi di spicco a livello internazionale. Conferenze e workshop per misurarsi con le più innovative tecniche di comunicazione e per esplorare le nuove frontiere della carta stampata.

Ecco gli appuntamenti
24 maggio: GUERRILLA ADVERTISING: Unconventional Brand Communication
Guests: Guests: Gavin Lucas (UK), Fredda Hurwitz, Olly Knowles (Cunning Agency, UK), Marco Klefisch (IT)

25 maggio: INSIDE MAGAZINES: We Love Magazines Guest: Ego[n] (IT), Andrew Losowsky (UK ), Anja Lutz (Shift!-Ger), Andy Simionato (Thisisamagazine- IT)

SignJam Live si terrà il 24-25 maggio a partire dalle ore 11:00 presso SIGNJAM LAB, Via Privata Oslavia 27, 20134 Milano
La partecipazione ad ogni workshop è gratuita e su iscrizione fino ad esaurimento dei posti disponibili.

domenica 20 aprile 2008

Sticker art (powered by Gold)

mercoledì 16 aprile 2008

«Sembrare stupidi...

...e pensare veloci».
Questa è una delle frasi che avevamo stampato e appeso alle pareti immacolate del nostro studio appena inaugurato, nella primavera del 2002. Erano tutti motti un po' cinici, adatti a quei tempi di grandi ambizioni e piccoli risultati, e allo spirito dei nostri co-soci di allora,
Alberto Pagliaro e di Paolo Parrucci, entrambi votati all'humor nero e al pessimismo caustico.
Beatamente incoscenti dei problemi di definizione di business plan, corporate vision e mission, budget management, dotati di buonissime intenzioni e miserrimo stipendio, collezionavamo in guisa di philosophy lapidari antidoti alla sfortuna.
Ci piaceva, di conseguenza, spesso sottolineare il fondamentale motto «La vita ci umilia» . Oppure irridere le ambizioni dei conoscenti artistoidi con l'antidoto del «Ma se sei tanto bravo, com'è che non sei ancora famoso?» (Casomai aggiungendoci un secondo movimento: «...e se sei tanto intelligente, com'è che non sei ancora ricco?».)
E soprattutto, dare una giustificazione al nostro aspetto ancora non professionale con una frase del poeta americano
John Giorno che recitava: «Sembrare stupidi e pensare veloci».

Giorno era uno che effettivamente aveva idee a rischio autovelox, come quella del suo Dial a Poem del 1969, che permetteva di ascoltare cinque minuti di poesia telefonando al Modern Art Museum di New York. Lo avevamo incontrato alla
scomparsa libreria City Lights di San Frediano, e avevamo scoperto questo performer brillante e sopra le righe che amava stampare i suoi motti su tee meravigliosamente eloquenti. Oltre a «Sembrare stupidi e pensare veloci» ci piace ricordare «Per risplendere devi bruciare» e (in perfetta sintonia con «La vita ci umilia») «Nessun cazzo è duro come la vita»...

Fast forward.

Sei anni dopo, la libreria OraPerduta di Inveruno (Milano), ci chiede un teaser per le sue vetrine in attesa dell'apertura. Siamo appena reduci dalla lettura di Things i have learned in my life so far di Stefan Sagmeister: ci pare giunto il momento di giocare anche noi a "Essere Jenny Holzer".
Nella gloria del technicolor da fotocamera da cellulare,
questo è il risultato...

domenica 30 marzo 2008

Cinque cose che abbiamo imparato da Stefan Sagmeister



Stefan Sagmeister è l'unica fottutissima rockstar della grafica mondiale. E' così dannatamente bravo che si deve parlare di lui come in un film di sbirri americani: perché arriva un punto in cui l'ammirazione non può che scadere nel turpiloquio.

Il suo primo libro (Made you look) era già un classico tra i libri di graphic design, con una carrellata di progetti sempre pieni di invenzione e di umorismo, ricchi di personalità e di idee. Adesso per Abrams esce Thing I have learned in my life so far: un volume che non solo conferma il talento di Sagmeister ma lo colloca di diritto nel maledetto olimpo dei geniacci di tutti i tempi. Ci vuole un po' a capirlo, ma se uno si mette lì, alla fine non può che inchinarsi ad una serie di trovate che non hanno eguali...



Innanzitutto, Sagmeister vende come libro di grafica quello che è soprattutto il resoconto di un progetto artistico personale. Negli ultimi anni il grafico di origine austriaca si è infatti dedicato alla realizzazione di una serie di installazioni che (nello stile della word art di Jenny Holzer) sono essenzialmente degli esercizi di stile tipografici su aforismi semplici e potenti che Stefan si è scelto/inventato/ritrovato come regole di vita. Sono venti brevi frasi, piccoli pezzi di buon senso al limite della banalità, da «preoccuparsi non serve» a «i soldi non mi fanno felice», da «le persone oneste sono interessanti» a «cercare di avere un bell'aspetto limita la mia vita».



Banale? Tutt'altro. Nelle mani di un genio come Sagmeister, con il consueto talento ed il gusto per la sorpresa e il meraviglioso, l'esercizio di stile prende vita in una galleria straordinaria di invenzioni e di coup de theatre grafici. Ecco allora che «avere coraggio per me funziona sempre» appare grazie a teli tesi tra gli alberi, mobili accatastati e würstel illuminati a dovere; «tutti pensano di aver ragione» si legge tra le mani di scimmie gonfiabili alte 12 metri (oppure scritto pisciando di notte in Wall Street), «preoccuparsi non serve a nulla» è realizzato con 60000 grucce di plastica per una struttura di 38 metri di lunghezza... Ogni strategia di comunicazione formale è valida per attirare l'attenzione sul contenuto, proponendo un'originalissima soluzione al problema fondamentale della professione, quella di dover lavorare su messaggi e contenuti altrui e spesso non condivisibili. E' dai tempi di Munari che non vedevamo una soluzione così brillante alla dualità tra artista e designer.



Ma occhio: il terzo colpo di genio del nostro Sagmeister è quello di riuscire ad essere comunque e ancora un designer, e non un artista concettuale. Perché questi progetti sono quasi tutti applicati a vere e proprie commissioni, e rispondono alle richieste di veri clienti. In pratica, Sagmeister per divertirsi in questo modo si fa pure (dice) pagare, come quando riesce a piazzare «i soldi non mi fanno felice» alto cinque piani sulla facciata del casinò di Linz. Qui l'ammirazione è sconfinata, beato lui che può e se lo merita... ma è anche una cosa che ci spinge a riflettere su quanto si dovrebbe osare di più nella nostra professione.



Senza contare che, siccome è una fottutissima rockstar, Stefan fa in modo di mettersi sempre nel mezzo, a puntare sul proprio essere personaggio, a cominciare dalla copertina realizzata con una ingegnosa tecnica ad intarsio che riproduce il suo volto reso diverso dall'ordine in cui vengono riposti i sedici volumetti che compongono il libro. Sagmeister aveva già usato il suo corpo come tavolozza in uno storico manifesto per l'Aiga: adesso si inventa protagonista di una performance video che per illustrare «col tempo mi abituo a tutto e lo do per scontato» lo porta a spenzolare, in stile JackAss, dalla finestra di un grattacielo di Manhattan, per poi farsi un bagno nudo nell'Hudson. Niente da dire, fottutamente fico.



Last but not least, la nostra rockstar non si nega il gusto di un progetto web molto 2.0 collegato al libro, invitando online i lettori a proporre i propri motti e rendendo l'esperienza una specie di stimolante workshop collettivo. E' sul sito che vi potete godere anche il primo corto di Stefan da regista, che afferma una cosa che non possiamo che condividere: «tenere un diario aiuta a crescere».

Usi corretti degli stickers di ego[n]

venerdì 21 marzo 2008

Fotonegozio™: il nostro robomorbido preferito


Sul vostro computer Mela™ (o Finestre™) che cosa utilizzate di più: Parola™ o Esploratore™? Avete mai provato a pensare a come suonano i software più famosi se tradotti nella nostra italica lingua?
Noi ad Ufficio™ preferiamo UfficioAperto™, però per fare grafica ci vogliono necessariamente NelDisegno™ e Illustratore™ (ora che Manolibera™ è defunto...), oltre naturalmente a Fuochi d'Artificio™, TessiSogni™, Lampo™ e DopoEffetto™...
E di certo nel nostro cuore c'è sempre spazio per Adobe FotoNegozio™. Saputo che Adobe gli dedicava un contest intitolato "See What's Possible" (Ma Guarda un po' Cosa si Combina), ci siamo divertiti a tirar fuori questi 15 secondi di stop motion demenziale, con lo scopo di far fare alle icone di Photoshop il ruolo delle freccie di cupido...
Se tanto amore vi rende felici, non resta che votarci!

martedì 18 marzo 2008

Il Liga se ne frega



Conoscere una rockstar come Luciano Ligabue era proprio l'ultima cosa da aspettarsi dalla nostra carriera di coloristi digitali... eppure eccoci qua, reduci dalla colorazione di La Neve se ne Frega, massiccia graphic novel che i grandissimi Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli hanno tratto dall' omonimo romanzo del Liga pubblicato nel 2004 da Feltrinelli.
A produrre la versione a fumetti ci si è messa la Panini Comics, che ha presentato sabato 1 marzo 2008 a Mantova Comics il primo volume da edicola. Dopo la prima uscita a albi mensili è prevista un'edizione da libreria in volume.



Le tavole del fumetto sono state colorate dal nostro studio grazie al gruppo Coleur[z] che oltre a Cosimo Lorenzo Pancini comprende Linda Cavallini, Naomi Mallegni e Simone Massoni (quest'ultimo assente dalle pagine de La Neve) che oltre alla graphic novel per Panini hanno lavorato sui disegni di artisti del calibro di Milo Manara, Marco Nizzoli, Enea Riboldi, per i migliori editori della bd francofona, dagli Humanoides Associees a Casterman e a Delcourt Editions.



Bisogna dire che abbiamo affrontato questo lavoro con un certo timore: non è certo un romanzo facile da tradurre in immagini, tant'è che lo stesso Ligabue ha rinunciato all'offerta della Fandango di farne una trasposizione cinematografica...
Ma non appena abbiamo visto lo splendido lavoro fatto da Matteo e la superba narrazione grafica di Cammo (coadiuvato dal fedele Lorenzo Ruggiero), non abbiamo potuto esimerci dal dare il massimo, sicuri di collaborare ad un progetto di una qualità rara nel fumetto italiano contemporaneo.



Tra le curiosità da segnalare, il video trailer presente su you tube: a questo punto manca solo un bel pezzo inedito di Ligabue...

lunedì 11 febbraio 2008

Due grafici ad Artefiera


L'arte contemporanea è inesauribile fonte di ispirazione e di ricerca formale per la grafica e per l'advertising. Trovare il tempo per aggiornarsi non è sempre facile... ma grazie a Giada ci siamo ritagliati una veloce gita di studio ad Artefiera, Fiera dell'Arte Contemporanea di Bologna. Visto che la grafica editoriale nel settore è degna solo di un compassionevole silenzio, eccovi piuttosto la nostra personale, opinabile e semiseria top five degli artisti presenti in mostra.

1) Laurina Paperina è un'artista nata a Rovereto nel 1984. Nei suoi progetti usa uno stile ruvido alla Matt Groening per un'acuta satira sulle icone del pop contemporaneo. Supereroi, divi dei serial tv e del rock si sventrano in un feroce balletto: sono soprattutto gli artisti di grido, da Murakami a Cattelan, a subire mutilazioni e vendette realizzate con gli strumenti della propria arte...




2) L'utilizzo della resina per incapsulare diversi materiali caratterizza le opere di David Reimondo. Meravigliosa la tastiera di pane tostato. Grande indecisione tra l'ammirazione artistica, e il desiderio di imburrare il tasto ctrl.





3) Si chiama Travellers l'ultimo progetto di Walter Martin e Paloma Munoz che creano scene in miniatura chiuse dentro una palla di vetro, di quelle da agitare per produrre piccole tempeste di neve. Il senso di meraviglia diventa inquietudine osservandone i piccoli dettagli feroci.






4) Jaume Plensa è un'artista catalano noto soprattutto come scultore (la sua Crown Fountain a Chicago è un bel connubio di scultura e videoarte). Ne abbiamo anche potuto apprezzare alcuni disegni ricchi di invenzione tipografica:





5) Infine, non possiamo chiudere che con un ulteriore dose di feticismo elettronico (non da niente è nato Ego[n] 06-Ascii): l'endfile shop di Kate Pemberton, artista inglese con una passione per il punto e croce e per la pixel art (ma non saranno la stessa cosa?). Siamo rimasti ammaliati dalle sue coccarde di seta nera etichettate master e servant: il feticcio tecnologico incontra il linguaggio del bdsm...

mercoledì 23 gennaio 2008

Il cliente ha sempre ragione...



Ecco cosa sarebbe successo se il packaging dell'ipod fosse stato lasciato nelle mani dei designer completamente business-oriented di Microsoft...
Un video che è uscito da un bel po' di tempo, ma sempre piacevole da rivedere... sarà perché noi designer siamo ossessionati dai clienti che ci chiedono modifiche spesso visualmente inaccettabili? Certo, il cliente ha sempre ragione, ma a volte verrebbe voglia di un supereroe pronto a difendere il povero grafico dalle richieste eccessive.
E per tutti coloro che sono stufi di sentirsi dire "mi fai il logo più grande" potrebbero consigliare ai propri clienti un nuovo rivoluzionario prodotto: la Make my logo bigger cream!
E per concludere questa carrellata di videpost totalmente autorefernziali, non resta che intonare insieme il primo inno dei grafici del ghetto:Design Gangsta...

lunedì 21 gennaio 2008

Aiuto, polizia!



La nostra città è sempre di più preda del crimine grafico. Visto che neanche gli accorati appelli di BanComicSans funzionano contro l'utilizzo indegno dell'orribile font Comic Sans, non ci resta che correre subito a stamparci l'utile kit della Polizia Grafica.
(Grazie a sketchin per la segnalazione)

Concorsi di colpa



Si è di recente concluso il concorso per il logo della città di Siracusa, che ha visto vincitore il marchio del graphic designer fiorentino Gianni Sinni. Alla stesura del bando ha collaborato l'Aiap con lo scopo di assicurare trasparenza e qualità, vista la serie di scandalosi precedenti, dal marchio della Sardegna al tristemente noto caso del marchio Italia.

Il fatto che Sinni sia membro del consiglio direttivo di Aiap, così come il giurato Mario Piazza, ha scatenato sul sito di SocialDesignZine e altrove una serie di tristi polemiche e accuse di presunte irregolarità e connivenza dalle quale sentiamo di dissociarci soprattutto per il rispetto professionale e umano che proviamo verso una giuria che annoverava maestri del calibro di Piazza e Vignelli.

Casomai, vogliamo timidamente affermare che non siamo soddisfatti del livello qualitativo generale dei marchi presentati, ed anche del livello culturale del dibattito che si è svolto intorno ad essi. Sui marchi selezionati sono state sollevate critiche in senso estetico ("non mi piace") o funzionale ("non si legge") che dimostrano un inquietante appiattimento verso il basso del tono della riflessione critica sulla nostra professione.

Così, mentre negli States grafici di livello come Paula Scher e Ward Sutton commentano con arguzia i marchi dei candidati alle elezioni, evidenziando i legami profondi e fondamentali tra le intenzioni progettuali e l'effetto dei progetti sull'utenza, qui da noi si accoglie ogni scandalo mediatico, dal marchio Italia alla campagna sulla Bella Sanità, con un coro di banalità rabbioso e inconcludente, più adatto a "Le Iene" o a "Striscia la Notizia" che a una seria riflessione critica e costruttiva sulla nostra professione.

Ecco, premesso che secondo noi un bel progetto, come una bella battuta, non ha bisogno di tante spiegazioni, meriterebbe forse capire se esiste una dimensione critica più alta, più solida e vera, che vada oltre il "mi piace" e il "non si legge". Noi stiamo affrontando questo problema insieme ad un gruppo di colleghi nel campo della comunicazione fiorentina, in un prezioso momento di dialogo che sta in questo momento muovendo i primi passi sul web nel blog idfi.

venerdì 21 dicembre 2007

Piantiamola col Natale



Non c'è scampo... si avvicinano le feste natalizie e gli auguri son d'obbligo.
Qui ci riduciamo sempre agli sgoccioli, con i lavori che vanno chiusi, il tempo che vola e gli auguri degli altri che fioccano.
Quest'anno abbiamo deciso di provare a piantarla sul serio... col nostro biglietto virale che al primo giorno di vita ha riscosso la segnalazione degli amici di Beemood e del mitico Maestro Alberto!
Tutto ciò è veramente, veramente web 2.0!

PS: lo studio lascerà posto al boschetto Natalizio da lunedì 24 dicembre. Torneremo ai nostri posti il 2 gennaio del nuovo anno!

martedì 11 dicembre 2007

Raging Buzz







Per fortuna che tra un lavoro commerciale e l'altro esiste la possibilità di lavorare a qualche folle idea no-profit degli amici... Siamo qui sotto scadenza per dieci o quindici progetti, e Simone ci propone di fare insieme a Gold un video per il mitico breaker fiorentino Renato aka Sir Buzer...
Possiamo non tuffarci nell'impresa?
Ci giochiamo pure un asso: Brian Buschmann, ultimo acquisto della crew kmzero con una passione per la motion graphic. Il setting vorrebbe essere il Bronx di Toro Scatenato, è invece è la palestra "La Montagnola" all'Isolotto: ma la gente che si allena al saccone ha lo stesso ghigno... Ci becchiamo qualche occhiataccia finché Renato comincia a ballare e in pochi secondi si guadagna il rispetto dei pugili col suo talento. Il mood pugilistico piano piano ci contagia, il titolo viene scelto in omaggio a Raging Bull di Scorsese e come guest star Gold invita Danno (dei Colle Der Fomento) conosciuto proprio come "jakelamottasulring.
Alla fine saltano fuori quasi tre minuti di break di livello, sulle note cupe di Shino - un video che sarà disponibile insieme alla tee esclusiva che Gold ha dedicato al nostro breaker preferito: Raging Buzz!

mercoledì 28 novembre 2007

ciao filippo



Poco più di dodicimila giorni è durata la breve e sfortunata vita di Filippo Reitano.
La sua scomparsa ci lascia un grande vuoto, e suggella l'incredibile avventura umana di uno straordinario enfant prodige. Negli anni del cambio di millennio, in un periodo di insuperato entusiasmo neweconomico, Filippo si mosse nella giungla dei folli investimenti tecnologici con spregiudicata, insuperabile incoscienza. Si autoproclamò re della versione nostrana della silicon valley, che lui ribattezzò con sublime ironia "Arno Valley". E per confermarsi tale, commissionò a Lcd di Firenze un sito di immagine, con la precisa indicazione di sperimentare "il web del futuro". Un'occasione irripetibile di creatività a briglia sciolta per noi che a quel tempo lavoravamo nello studio di Gianni Sinni, e che fummo spinti da lui a realizzare qualcosa che, a distanza di quasi sei anni, risulta ancora insuperato per ambizione e quantità di innovazione formale.
Ecco: quel progetto è stato il primo importante prodotto del team che sarebbe poi diventato Studio Kmzero. In un certo senso, dobbiamo a Filippo la nostra esistenza, e ci piace ricordarlo qui, riproponendo anche una copia di quel leggendario sito, da anni offline.

lunedì 19 novembre 2007

Ribollita & Rinascimento



Questi ultimi due mesi sono stati ricchi di incontri e eventi. Da Attraversamenti a NullAosta, al Festival della Creatività, tante occasioni di ricevere tante vibrazioni positive.
Ultima in ordine di tempo la serata al Gold (qua lo slideshow): punto di partenza di una nuova fase della nostra collaborazione con la valida crew di Omar & soci che ci vede coproduttori di un video (Raging Buzz) e di un nuovo progetto di toys (David). Ma anche l'occasione di incontrare creativi di talento come le Frush o Labrena, che speriamo di coinvolgere in futuri progetti...

Quali progetti? Beh... dal remake visuale della Divina Commedia al David come designer toy all'omaggio a Mariotti il percorso ci sembra evidente... Italian Renaissance? Ribollita 2.0? Chiamatela come volete... purché condividiate con noi la voglia di credere che la comunità dei designer italiani, a cento anni dalla nascita di Bruno Munari, abbia ancora qualcosa di originale da dire...

PS: Nel frattempo, d0po la lusinghiera recensione su SocialDesignZine, sul web appaiono nuove segnalazioni del nostro mag (da Segnaletica a Fridge a BallaDora). Tutto questo non può che farci piacere, in attesa del tour promozionale 2008 che ci permetterà di portare ego[n] un po' a spasso tra Roma e Milano!

giovedì 8 novembre 2007

handsUpForEgo[n]



Proseguono le collaborazioni tra studio Kmzero e Gold, leggendario brand di streetwear fiorentino.
Dopo le tees per la collezione 2006, ecco un'edizione limitata di ego[n] che verrà presentata venerdì 16 novembre, dalle ore 18, presso Gold, Via Verdi 19r a Firenze.
L'edizione limitata contiene il volume di ego[n] magazine e l'esclusiva t-shirt egold] realizzata da Francesco Mistico Canovaro.
La serata, intitolata handsUpForEgo[n], verrà arricchita dal dj set di STiletTO e dall'aperitivo molto fiorentino offerto ai presenti, oltre che dalla freestyle painting performance sul nuovo toy di studio Kmzero: David™.